La cosa più
importante, quando si lavora a tempera, è la pulizia degli strumenti. Lavorando
con la tempera all’uovo dobbiamo sempre avere presente che stiamo adoperando
un prodotto organico, che subisce in tempi rapidi un processo di decomposizione.
E’ quindi necessario pulire bene tutti gli accessori e in primo luogo la
boccetta o il vasetto dove teniamo il preparato a base d’uovo. Bisogna lavarlo
dopo l’uso con acqua saponata e poi disinfettarlo con dell’alcool denaturato
e lasciarlo aperto ad asciugare. Così pure faremo con la tavolozza sia essa di
plastica o di ceramica. I pennelli devono essere ben puliti con sapone neutro e
risciacquati a fondo in acqua tiepida. I pennelli di martora devono essere
tenuti in perfetto stato evitando che si sfibrino e perdano la punta. Per fare
ciò dopo averli lavati con acqua e sapone, togliete l’acqua residua e passate
una soluzione leggera di gomma arabica sul pelo, in modo da mantenere la forma
ben appuntita. Quando ne avrete necessità basterà immergerli pochi secondi in
acqua tiepida per togliere la gomma arabica e renderli prontamente utilizzabili.
Per quanto riguarda il fissativo per il disegno sulla tavola o sulla tela,
evitate fissativi a base di gomma lacca o colofonia perché possono produrre il
distacco della pittura dalla superficie preparata. Utilizzate invece del comune
latte o del fiele di bue.
Come preparare la tempera al tuorlo d’uovo |
A base della
tempera, c’è un prodotto organico naturale costituito dall’uovo. Sarebbe
buona cosa poter innanzitutto disporre di uova di giornata, ma poiché la
maggior parte degli artisti vive in città e non ha un pollaio, dovremo
accontentarci delle uova acquistate al mercato o nel negozio di alimentari,
confidando nell’onestà del rivenditore. Se non
altro le uova oggi messe in commercio portano la data di scadenza e
questo può in qualche modo aiutarci. Sappiate comunque che è meglio averle più
fresche possibile. La prima operazione da affrontare è quella di separare il
tuorlo dall’albume. Mettetevi sopra ad un lavabo, prendete l’uovo e
rompetelo a metà, facendo passare il rosso da una metà all’altra del guscio.
Ci serviremo soltanto del tuorlo, lasciando colare via tutto l’albume. Poiché
però in genere una parte dell’albume rimane aderente al tuorlo, useremo un
foglio di carta da cucina per
mettervi sopra il tuorlo facendo attenzione a non romperlo. Fate rotolare
delicatamente il tuorlo, che pian piano perderà ogni residuo di albume, poi
prendetelo sempre delicatamente in una mano e praticate una piccolo foro sulla
pellicola protettiva della sua superficie con uno stuzzicadenti, o con qualsiasi
oggetto con una punta fine, facendo colare il contenuto del tuorlo in un vasetto
di vetro con tappo ermetico, del tipo di quelli usati per i sughi pronti o per i
sottaceti. Se il tuorlo si rompe subito appena lo mettete sulla carta, vuol dire
che l’uovo non è molto fresco, perciò ripetete l’operazione.
Conviene sempre avere una confezione di quattro o sei uova. Una volta
fatta questa operazione aggiungete al tuorlo una quantità di acqua
(demineralizzata o distillata) di quella che trovate comunemente anche al
supermercato, pari a due cucchiai. Chiudete bene il vasetto con il tappo e
agitate con forza. Il presente composto in sé è già pronto per l’uso
pittorico, ma dovete anche pensare che state lavorando con un prodotto organico,
che particolarmente nei mesi caldi è soggetto ad un processo abbastanza rapido
di alterazione. Per evitare questo inconveniente potete aggiungere al liquido un
cucchiaino di aceto, o meglio ancora, un cucchiaino di un liquore (grappa,
brandy o altro liquore) purché abbia una gradazione di almeno 40° e non
contenga zuccheri (il vermouth per intendersi non va bene per la pittura, ma
solo per il pittore e mai prima di dipingere!). In alternativa all’aceto e
alla grappa si possono mettere due gocce di essenza di lavanda o di garofano.
Chiudete di nuovo il vasetto, agitate bene e fate riposare per una decina di
minuti il tutto. Sappiate comunque che se adoperate come conservante l’aceto,
dovrete evitare l’uso del bleu oltremare, in quanto annerisce a contatto
dell’acido acetico. Ora siete pronti per fare quella che in gergo si definisce
mestica, ovvero la mescolanza del preparato con le polveri colorate.
Le polveri
secondo la tradizione vanno prima bagnate con acqua per farne del “colore in
pasta” - per intendersi - solido come quello che esce dai tubetti, non come la
sfoglia da cucina! Tale colore in
pasta andrebbe tenuto pronto in vasetti di vetro, coperto d’acqua e chiuso
ermeticamente. Personalmente sconsiglio tale pratica, a chi non può dipingere
quotidianamente. Anche perché il colore nei vasetti è soggetto allo sviluppo
di muffe, se non è trattato con piccole quantità di prodotti antimuffa, come
l’acido fenico o la canfora. Evitate dunque di complicarvi la vita e procedete
in modo più semplice. Preparate il colore necessario in ogni seduta,
“macinando” come si dice in gergo, le polveri direttamente con l’emulsione
a base d’uovo. Se il composto risultasse troppo forte, aggiungete piccole
quantità d’acqua distillata con un contagocce. Questo metodo mi ha dato
sempre buoni risultati ed il colore non ha mai avuto problemi di alcun tipo. Per
mescolare il pigmento con l’emulsione, potete utilizzare un vecchio pennello
di setola di piccolo formato, risciacquandolo e asciugandolo su un panno o un
tovagliolo di carta, di volta in volta, dopo aver mescolato i pigmenti.
Questa
tempera a base di solo tuorlo una volta seccata con il tempo diviene insolubile
nell’acqua, quindi molto resistente, al contrario le emulsioni contenenti olii
e vernici rimangono idrosolubili.
Pigmenti
facili e difficili
La mestica
come già detto è il procedimento con il quale si mescolano i pigmenti con il
preparato a base d’uovo.
Come potrete
osservare alcuni pigmenti si mescolano facilmente con l’emulsione a base di
tuorlo d’uovo, ad esempio: il bianco di titanio, il verde ossido di cromo, le
terre naturali in genere; altri
hanno difficoltà in quanto sono costituiti da polveri finissime simili al talco
e richiedono allora una diversa base di preparato. Tra questi indichiamo: lacche
rosse, bleu di Prussia, nero fumo, bleu oltremare, terra di Cassel. In tal caso
si può agire in due modi. Nel primo bagnando i pigmenti con alcool puro e poi
dopo aver addizionato qualche goccia d’acqua, mescolarli con l’emulsione;
oppure adoperando la chiara dell’uovo, come illustrato più avanti. Per le
emulsioni che contengono olio e vernici non ci sono invece questi problemi,
quindi anche i pigmenti “difficili” possono essere trattati direttamente con
il preparato con cui si mescolano tutti gli altri colori.
Una cosa
importante è verificare il grado di aderenza e flessibilità della mestica. Per
farlo basta passare qualche pennellata del colore da voi preparato su una
superficie non assorbente, come una lastra di vetro o una mattonella di
ceramica. Se il colore dopo che si è asciugato si sfarina vuol dire che il
legante è troppo debole e quindi occorre meno acqua, se invece forma delle
crepe vuol dire che è troppo denso e va allungato con acqua.
N.B.
in tutte
le tempere contenenti il tuorlo d’uovo il conservante - se alcool puro o
grappa - va sempre aggiunto per ultimo, perché a contatto diretto con il tuorlo
lo renderebbe inservibili
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