Per preparare le tavole delle icone può essere utilizzato ogni tipo di
legno, purché ben stagionato e privo di nodi. Come qualità di legno, gli
iconografi preferiscono il tiglio poiché è molto omogeneo, tenero e
quindi facile da utilizzare. Il pino e l'abete, nonostante siano
comunemente utilizzati nei paesi dell'est, hanno tuttavia una
reputazione negativa per via della pece che contengono, ma, se ben
stagionati e ripuliti da ogni traccia di resina, si addicono
perfettamente a questo tipo di lavoro. La quercia ed il castagno, anche
se ben stagionati, tendono a spezzarsi a causa del tessuto filamentoso: è
meglio utilizzarli per formati più piccoli (meno di 30 cm).

Generalmente le tavole sono scavate con una profondità che va da 2 a 5
mm o più, secondo l'effetto desiderato. Questo lavoro può essere
effettuato utilizzando una sgorbia ed un martello, come mostrato qui a
fianco, o con l'aiuto di un utensile elettrico (fresatrice).
Il fondo verrà pareggiato con un raschietto poiché la superficie dell'icona deve essere resa il più possibile piana.
Se durante il lavoro dovessero apparire dei nodi, bisogna scavarli
con la sgorbia e tappare i buchi con una pasta che si ricava mescolando
della segatura fine .

E' anche possibile costruire i bordi incollando (colla per legno o colla
per pelle) delle bacchette (per esempio di balsa) stringendoli con
l'aiuto di sergenti e facendoli asciugare una notte intera. Queste
bacchette dovranno avere il bordo interno arrotondato e smussato e non
dovranno mai essere più duri del legno della tavola.
Evitare di fissare i bastoncini con dei chiodi poiché il levkas ossida il metallo rischiando di gonfiare.
L'intaglio della tavola
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Una volta terminata la tavola, si
intaglia l'intera superficie in senso diagonale per mezzo di un coltello
o di un cutter al fine di garantire una migliore presa della colla.
E' consigliabile smussare gli spigoli troppo accuminati della
tavola utilizzando una raspa per legno o della carta abrasiva. |
La colla e la sua preparazione
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La colla che si utilizza normalmente è quella per pelle che viene venduta sotto forma di fogli, di grani o di pagliuzze. |
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Dosaggio per 5 o 6 tavole di20 x 25 cm |
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Lasciare in ammollo per tutta una notte 200 grammi di colla in 1 litro d'acqua fredda.
Se si utilizza un foglio di colla bisognerà ridurlo in pezzettini.
Attenzione alle schegge: avvolgere il foglio in un panno e spezzarlo con
un martello. |
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Le lendemain, faire chauffer la colle au bain-marie, en remuant au fouet, et porter jusqu'aux premiers bouillons.
Il giorno dopo riscaldare la colla a bagno maria mescolandola con
un frullino e portarla ad ebollizione. La colla si utilizza molto calda,
prima dell'uso per evitare i grumi occorre mescolarla bene. Per usare
più volte la stessa colla, riscaldarla a bagno maria senza farla bollire
perché, se troppo cotta, perde la sua forza.
Questa preparazione serve:
- ad incollare i bastoncini che vengono utilizzate come bordi
- come primo strato da stendere su tutta la tavola
- al fissaggio della tela.
La colla si conserva per diverse settimane in frigorifero. |
L'incollatura della tavola
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Quando la colla è ben calda,
levarla dal fuoco e stenderla sulla tavola utilizzando un pennello
largo. Evitare gli spessori. Stendere la colla su entrambi i lati della
tavola per proteggere il retro dalle muffe. Lavare il pennello e il
frullino con acqua calda e lasciare asciugare per una notte. |
L'intelaiatura
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Questa operazione consiste nell'incollare una tela sulla
tavola in modo da creare un fondo direttamente sulla tela anziché sul
legno poiché quest'ultimo tende a deformarsi. Questo procedimento rende
il fondo più morbido e serve ad evitare le screpolature.
La scelta del compensato rende questa fase del tutto inutile
poiché il legno incrociato di buona qualità è molto stabile e non si
deforma.
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- Preparare un pezzo di tela un po'
più grande rispetto al formato della tavola. Un vecchio panno di cotone
andrà benissimo. Evitare i tessuti troppo spessi perché reagendo
all'umidità tendono a creare delle fessure.
- Spalmare la tavola con la colla, aspettare che si impregni,
appoggiarci sopra la tela partendo dal centro e schiacciando le bolle
d'aria verso i bordi. Volendo, per incollare bene la tela sugli angoli
dei bordi si può utilizzare una zeppa di legno
- Controllare che la colla non trapassi la tela per poter così
individuare le bolle d'aria dopo l'asciugatura. Non è necessario fissare
la tela sui bordi della tavola. |
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Dopo una notte di asciugatura,
esaminare accuratamente la tavola strofinandola forte con la mano. Se,
al tatto, le fibre del tessuto si muovono, questo indica la presenza di
bolle d'aria... In questo caso occorre fare un'incisione a croce sulle
bolle ed alzare il tessuto per rimetterci la colla. Incidere quindi il
perimetro della cornice interna per evitare che asciugando si creino
delle tensioni tra i bordi e il fondo della tavola. |
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Ripassare uno strato di colla su tutta la tela insistendo sulle parti intagliate. Lasciare asciugare per tutta la notte. |
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Una volta che la colla si è asciugata, tagliare con il cutter il tessuto che avanza dalla tavola.
Se si vuole mantenere l'aspetto del legno sui lati, proteggere qust'ultimi dalle macchie con del nastro adesivo. |
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Dosaggio per 5 o 6 tavole di 20 x 25 cm |
La preparazione del levkas
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Il termine levkas deriva dal greco "leukos" e
significa bianco. E' il nome comunemente utilizzato per descrivere lo
strato di bianco impiegato per creare il fondo dell'icona ed è composto
dal bianco di Meudon, dal bianco di Troyes o di Spagna mescolati alla
colla. Su di esso i colori presentano le loro migliori trasparenze.
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Lasicare in ammollo per una notte, in un litro d'acqua, 80 grammi di colla per pelle.
Il giorno dopo riscaldare la colla a bagno maria aggiungendovi
progressivamente un chilo di bianco di Meudon (o di Troyes). Rovesciare
il bianco "a pioggia" e mescolare bene con un frullino. |
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Una volta versato completamente il
bianco, continuare a rimescolare per evitare la formazione di grumi e
riscaldare il tutto finché non comincia ad apparire del vapore. Per dare
elasticità al levkas aggiungere alla mistura 5 o 6 gocce d'olio di
lino. Spegnere il fuoco e continuare a mescolare con il frullino per
qualche minuto.
Non bisogna mai fare bollire il levkas, ed è consigliabile
utilizzare un recipiente profondo per la sua preparazione, proprio per
evitare un'evaporazione troppo elevata. Non bisogna togliere la
pellicola che si forma in superficie perché si scioglierà rimescolando. |
I primi quattro strati di levkas
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Il levkas si raffredda velocemente e
tende ad inspessirsi, bisogna quindi colarlo ancora molto caldo, per
mezzo di un grosso pennello e con un'unico passaggio rapido. Per ridurre
il rischio di fessure lo strato deve essere il più sottile possibile.
Se si spalmano varie tavole di seguito, è necessario riscaldare più
volte il levkas rimescolandolo bene poiché la colla, più pesante del
bianco, tende a depositarsi sul fondo del recipiente.
Lasciare asciugare per una notte. |
Stendere i primi quattro strati di levkas incrociando il movimento
del pennello durante l'applicazione per livellare la superficie. I primi
strati lasciano apparire delle bollicine che spariranno in seguito con
il passaggio successivo degli altri strati e con il lavoro a spatola.
Durante il raffredamento, per evitare una rapida evaporazione del
levkas, premurarsi di ricoprire il recipiente con del cellophan.
Strato dopo strato, attenuare progressivamente l'intensità della
colla aggiungendo, ad ogni fase di riscaldamento, mezzo bicchiere
d'acqua. Questo accorgimento eviterà che si creino delle fessure dovute
alle tensioni tra i vari strati. |
La levigatura
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Dopo il terzo strato, quando il
levkas è ben asciutto, per ridurre le irregolarità si comincia una prima
levigatura aiutandosi con una zeppa di legno ricoperta da un foglio di
carta vetro (grana da 180 a 240). Il movimento della levigatura deve
essere regolare e circolare.
Più si avanza nella posa degli strati, più il foglio di carta
vetrata deve essere fine: la rifinitura dell'ultimo strato si fa con un
foglio di carta vetro con la grana da 600, per eliminare le ultime
righe.
Non levigare troppo in profondità per evitare di far ricomparire le bollicine iniziali. |
I doppi strati di levkas
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I doppi strati hanno lo scopo di ritardare
l'asciugatura del levkas, cosa che facilita il lavoro a spatola. Questo
procedimento verrà ripetuto due o tre volte a seconda del risultato
ottenuto. E' inutile ripassare un ulteriore strato sul levkas già ben
steso.
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- Stendere uno strato di levkas con il pennello
- Aspettare 5 minuti di asciugatura affinché lo strato diventi più opaco
- Ripassare uno strato di levkas con il pennello
- Passare la spatola piatta sui bordi. Poi, partendo da questi
ultimi "lisciare" verso il basso facendo "cadere" la spatola sulla
superficie interna della tavola e livellare il fondo senza risalire sul
bordo opposto. Ripetere l'operazione partendo da ogni bordo facendo
ruotare la tavola.
- Passare l'indice bagnato sul bordo smussato per cancellare le tracce della spatola e modellare gli angoli. |
Lo strato di rifinitura
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Questa fase si effettua depositando delle gocce
di levkas sugli ultimi punti che presentano difetti, piccoli buchi o
righe fatte con la spatola.
Queste gocce devono essere depositate sul fondo asciutto e stese
con un colpo di spatola o livellate con il palmo umido della mano. Se
rimangono delle piccole bolle anche queste si eliminano con il palmo
della mano e un po' d'acqua. |
Fessure e screpolature
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Se durante la posa degli strati o
alla fine del lavoro dovessero apparire delle screpolature, occorre
riportare a legno la tavola e ricominciare, sempre che non siano
presenti ulteriori diffetti (come nodi, crepe o gravi deformazioni).
E' inutile aggiungere più strati, non farà che peggiorare la
situazione. Inoltre é anche inutile cercare di coprire le crepe
colandoci sopra del levkas: le fessure si sposteranno...
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Non dimenticare che la tavola di un'icona non
può e non deve avere la perfezione meccanica di un prodotto industriale e
che le sue imperfezioni non hanno mai recato danno né all'estetica né
al valore spirituale dell'icona. Tuttavia è impotante che la tavola non
presenti grossi difetti, in particolare nei punti previsti per i visi
che sono il centro d'attenzione dell'icona.
Piccole screpolature, in alcune parti secondarie, possono
essere ammesse, come sul perimetro interno della cornice per la quale
qualche volta si utilizza un legno diverso rispetto al supporto del
fondo, che non reagisce allo stesso modo ai vapori del levkas ed alla
sua asciugatura.
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